Friday, 26 April, 2024

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Numerosi i livornesi vittime di truffe online. Nel 2015 le denunce sono salite consigli per non cadere nella trappola dei ‘furbetti’ in rete.


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Numerosi i livornesi vittime di truffe online. Nel 2015 le denunce sono salite, in provincia, a 860. Ingente, per loro, il danno economico. Ecco i consigli per non cadere nella trappola dei ‘furbetti’ in rete.
Sono sempre più numerose le truffe online in Italia. La provincia di Livorno è seconda in Toscana, alle spalle di Siena, come numero di reati informatici: nel 2010 c’erano state 476 denunce, nel 2015 sono cresciute a 860, come rivela la banca dati dell’Istat. C’è di tutto: il venditore che mette falsi annunci online di prodotti costosi come iPhone e iPad, si fa dare un acconto o l’intero importo su una carta prepagata e poi sparisce nel nulla, non consegnando quella merce che in realtà neanche esisteva. Ci sono gli alberghi e gli appartamenti fantasma, per i quali si prenota sui siti internet e poi, una volta arrivati sul posto, si scopre che non ci sono mai stati. Ci sono i falsi coupon di grandi catene d’abbigliamento lanciati principalmente su WhatsApp, link in cui si promettono sconti ma che invece dirottano gli utenti su servizi in abbonamento da decine di euro. E c’è pure il phishing, una mail che chiede di inserire i dati del conto bancario per rubare informazioni. Tutto senza dimenticare le identità rubate, i virus e lo spam. Il numero di livornesi caduti in questi raggiri online è praticamente raddoppiato nel giro di cinque anni. Per quanto riguarda il territorio della nostra provincia, si conta una denuncia ogni 351 abitanti, neonati e ultraottuagenari compresi (contro i 332 di Siena). A livello nazionale è la Liguria la regione con la più alta densità di crimini informatici, mentre la Toscana è salita al nono posto a causa anche del boom livornese. I danni economici per chi subisce questo tipo di reato possono essere rilevanti, molto rilevanti. E a volte difendersi in giudizio può essere complicato e richiede tempi lunghi. Così tanti livornesi sono rimasti in mezzo a questa sorta di trappola: prima l’inganno, poi le difficoltà per ottenere un risarcimento.
L’hanno chiamato “Utente avvisato mezzo salvato” ed è la parola d’ordine con cui la polizia punta a dare una mano ai cittadini per difendersi dai “furbetti” dell’inganno via web. I consigli? Prima di tutto un po’ di robusta diffidenza nei riguardi di offerte miracolose con sconti choc ma soprattutto badare ad avere antivirus di buona qualità e aggiornati costantemente. Occhio ai siti non ufficiali, che magari cercano di scopiazzare il logo di marchi affermati. Meglio cercare di capire se il venditore ha una identità reale non solo fatta di profilo Facebook o poco altro: c’è la partita Iva, c’è un indirizzo reale, c’è la possibilità di contattare l’azienda. Attenzione poi a evitare di usare la propria carta di credito. L’ultimo episodio di truffe online a Livorno risale a fine luglio, quando un livornese di 35 anni con precedenti penali è stato arrestato dai carabinieri dopo essere stato scoperto. Il suo modus operandi era il più classico: proponeva la vendita di oggetti elettronici di valore sui principali siti con inserzioni, poi si faceva dare un acconto attraverso una ricarica su una carta prepagata e a quel punto spariva nel nulla. Così ha fregato decine di persone, così ha colpito anche nella provincia di Livorno. FABIO GIORGI

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