Thursday, 25 April, 2024

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Pd e alleanze, cosa sta succedendo


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Pd e alleanze, cosa sta succedendo

Roma, 30 ottOBRE L’apertura alla coalizione che doveva essere fatta c’è stata, ma nel Pd pochi credono che davvero possa nascere una alleanza con Mdp. E le reazioni alle parole pronunciate ieri a Napoli da Matteo Renzi (“Non metto veti nei confronti di nessuno”) sono indicative del clima. Già ieri sera il coordinatore di Mdp Roberto Speranza aveva definito Renzi “un disco rotto” e chiesto di cambiare “radicalmente” le politiche degli ultimi anni. Oggi Enrico Rossi, governatore della Toscana e tra i fondatori di Articolo 1, è stato, se possibile, ancora più netto: “Non vedo – ha detto – le condizioni per un’alleanza col Pd alle prossime politiche”. Renzi oggi è partito per Chicago per intervenire all’Obama Foundation summit e a Mdp risponde, senza esasperare i toni, il vicesegretario Dem Maurizio Martina. “Nei prossimi giorni – rilancia – invieremo a tutte le forze che vogliono confrontarsi con noi, al centro e a sinistra, il documento programmatico uscito da Napoli. Pronti al confronto per una nuova coalizione”. Per quanto riguarda Speranza, secondo Martina, “converrebbe anche a loro approfondire, riflettere prima di reagire in questo modo. Mi sembrano, quelle sì, reazioni un po da disco rotto”, quasi si giocasse a “lasciare il cerino in mano a qualcuno”. Proprio il cerino, infatti, è il nodo della questione, secondo i renziani. “Una alleanza con Mdp – spiega un esponente Dem vicino a Renzi – è molto difficile, ma noi non daremo nessun alibi per addebitarci la rottura. Matteo ha detto che non ci sono veti e che è disponibile anche a mettere in discussione la candidatura a premier. Pensiamo che il tempo giochi a favore di una intesa: anche dopo la Sicilia tanti elettori inizieranno a dire ai dirigenti di Mdp che è necessaria l’alleanza e bisognerà vedere se riusciranno a reggere questa linea dura. O comunque a reggerla senza spaccarsi”. Sì perchè se l’alleanza con il Pd non andasse in porto, è la riflessione che si fa al Nazareno, molti potrebbero decidere di tornare sui propri passi. A Mdp oggi arriva comunque la mano tesa del ministro della Giustizia Andrea Orlando, leader della minoranza Pd, secondo cui le parole di Renzi non sono “sufficienti” ma “tolgono un blocco”. Dunque, è il ragionamento di Orlando, anche se “sono ossessionati da Renzi l’accordo lo devono fare con il Pd, che è una cosa complessa, come è complessa Mdp”. Un modo, quasi un “suggerimento”, per slegare la trattativa dalla figura del segretario. Ma a mettere in evidenza la difficoltà di un dialogo è il ‘caso’ Lombardia, dove oggi non si è trovato l’accordo sulle primarie di coalizione per le regionali, proprio per lo stop degli esponenti di Articolo 1. Vista dunque la situazione il Pd a sinistra non sta lavorando solo su Mdp (o sui suoi eventuali ‘scissionisti’). C’è infatti da vedere, in primo luogo, cosa deciderà di fare Giuliano Pisapia, con il suo Campo progressista già lontano da Articolo 1. “Comunque – spiega un’altra fonte Dem – a sinistra ci sarà sicuramente una lista, anche con una connotazione civica, per la quale ci sono già le adesioni, ad esempio, dei sindaci di Cagliari e Lecce”. Altre alleanze saranno quelle ‘storiche’ con socialisti e Idv, ma è data per certa anche quella con i Radicali, nonostante le schermaglie delle ultime ore. Dal lato opposto, l’ipotesi, spiega un parlamentare Dem, è quella di una “lista centrista con Alfano, Casini, Lorenzin, Galletti. Poi c’è da vedere cosa farà Calenda, che ha detto di non volersi candidare ma che potrebbe ‘benedire’ una lista”. Comunque tutto è fermo fino a dopo le regionali in Sicilia. “Anche perchè c’è chi punta su una sconfitta secca del Pd per alzare poi la posta nella composizione delle liste”, ragiona un esponente Dem. “Ma alla fine – conclude – le farà comunque Renzi”. Che tornerà dall’America (senza passare dall’isola) per risalire, l’8 novembre, sul treno con destinazione Nord Est e restare, come ama ripetere, “lontano dai Palazzi”.



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