Friday, 19 April, 2024

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Atac, Paolo Simioni nuovo presidente e ad


Raggi Sindaco

Atac, Paolo Simioni nuovo presidente e ad?

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha indicato Paolo Simioni come nuovo presidente e amministratore delegato di Atac. L’amministratore unico Manuel Fantasia esce così di scena: le deleghe di Fantasia sono infatti decadute anche se potrebbe ancora far parte del Cda. L’ex amministratore unico ha lasciato il Campidoglio scuro in volto e senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti mentre era ancora in corso l’incontro della maggioranza su Atac.
“Nel corso degli ultimi sedici anni Simioni, in qualità di amministratore delegato – spiegano in una nota – ha acquisito un’importante esperienza nella gestione di aziende operanti nel settore dei trasporti, in regime di concessione, e in quello della riqualificazione, valorizzazione commerciale di infrastrutture di mobilità e nel mondo Retail”.
In particolare, l’esperienza è maturata all’interno di realtà complesse sia in ambito Aeroportuale, in Italia ed all’estero (SAVE / Aeroporto di Venezia SpA; Catullo / Verona e Brescia SpA; Aertre / Treviso SpA e BSCA / Bruxelles South Charleroi Airport SA), sia in quello Ferroviario (Centostazioni SpA – Gruppo Ferrovie dello Stato SpA), dove ha affrontato diversi progetti di business – rilancio del business, ottimizzazione della struttura di costo, miglioramento delle attività non-core, start up, turnaround.
La Giunta capitolina aveva già approvato una delibera per rendere più funzionale la governance di Atac nell’ottica di una migliore erogazione dei servizi pubblici locali. Con questo obiettivo è stata adottata una modifica nella composizione del Consiglio di amministrazione: i componenti del Cda saranno tre, optando così per la formula collegiale in luogo di quella attuale monocratica. La variazione è stata introdotta in linea con la riforma dello statuto della società, cui ha dato il via libera l’Assemblea Capitolina con la deliberazione 149/2016 in conformità al Testo unico delle partecipate. La modifica dell’assetto societario non comporta aggravi di spesa: le norme in vigore prevedono che il cda delle partecipate non possa pesare sulle casse societarie più dell’80% di quanto costava il cda nel 2013.

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