Dalla Enews 683, Sono ore delicate per il nostro Paese.
Il Presidente Conte ha preso atto di non avere i numeri e si è dimesso.
Dopo giorni di fango contro di noi, tutto è più chiaro.
Non è Italia Viva ad aver aperto una crisi: è l’Italia che deve affrontare una crisi da far tremare i polsi.
Siamo tra i peggiori al mondo come PIL nel 2020, come rapporto popolazione/decessi per Covid, come numero di giorni di scuola persi dai ragazzi.
Il Recovery Plan è l’ultima occasione: va colta adesso. Per il momento non è all’altezza delle nostre aspettative e soprattutto dei bisogni dell’Italia.
Chiediamo un salto di qualità nella gestione della Res publica.
Significa scommettere su progetti che fanno crescere i posti di lavoro, come tutte le associazioni di categoria hanno chiesto in questi giorni al Governo, non che garantiscano sussidi.
Significa cambiare passo nella gestione dei vaccini: la struttura del Commissario mostra evidenti ritardi, come già era accaduto per le mascherine, per i tamponi, per i banchi a rotelle.
Significa avere una visione da qui a 30 anni, non da qui a trenta minuti.
Significa essere garantisti, non giustizialisti.
Noi non abbiamo paura di dire la verità.Ma la politica è difendere delle idee, non cercare degli incarichi. E chi sta con noi deve ricordarsi che non rinunceremo mai al coraggio delle battaglie scomode e alla libertà delle proposte difficili.
Ora possiamo finalmente fare ciò che serve al Paese, ai suoi insegnanti, ai suoi lavoratori, ai suoi giovani: un governo serio, di legislatura, che dia risposte concrete e non evasive alle sfide drammatiche della pandemia e assicuri la ripresa. Un governo europeista non a parole, ma nei fatti: capace di concretizzare in progetti il gigantesco sforzo del Next Generation EU. Con un documento serio, scritto bene, concreto.
Noi andremo al Quirinale senza pregiudizi.
Per noi la priorità è aiutare i cittadini a uscire da questa fase di stallo e di difficoltà non solo economica.
Sprecare i soldi del Recovery, perdere tempo sui vaccini, ritardare il ritorno a scuola, vivere di sussidi sarebbero errori imperdonabili.Noi ci siamo.
Livorno, articolo pubblicato dalla redazione il 28 Gennaio 2021
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