Wednesday, 24 April, 2024

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Maxi operazione, i carabinieri di Livorno sgominata un’organizzazione criminale internazionale


Dsc 0173 (1)

Con una maxi operazione, il nucleo operativo dei carabinieri di Livorno contribuisce a sgominare un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Emesse 10 ordinanze di custodia e 2 misure interdettive (riguardano 2 guardie giurate, ritenute complici) e sequestrati oltre 134 kg di cocaina.

Il reparto operativo – nucleo investigativo – dei carabinieri di Livorno ed il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Pisa hanno dato esecuzione a 10 ordinanze di custodia cautelare e 2 misure interdittive (nei confronti di due guardie giurate in quanto ritenute complici) emesse dal gip del tribunale di Firenze su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Firenze, per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’operazione, denominata “Akuarius 2”, ha consentito di individuare e disarticolare, una organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti e di sequestrare oltre 134 kg di cocaina. L’indagine trae origine dall’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare del giugno 2016 a conclusione dell’operazione “Akuarius”, operazione che aveva portato in carcere, tra gli altri, i responsabili dell’omicidio di Giuseppe Raucci, avvenuto a Tirrenia il 9 dicembre 2015, e la cui salma venne poi rinvenuta la mattina del giorno successivo in un parcheggio in località Ginestra Fiorentina. All’indomani dell’esecuzione delle ordinanze l’attenzione della Procura della Repubblica di Firenze – Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze che ha coordinato le indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno e dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pisa – si è concentrata su uno dei destinatari dei provvedimenti cautelari, sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Lo sviluppo dell’attività investigativa ha accertato la presenza di una stabile organizzazione, con sede a Livorno, denominata Gruppo “Pesci”. L’organizzazione si occupava di tutta la parte logistica ed organizzativa delle importazioni di sostanza stupefacente imbarcata su navi provenienti dal sud America, provvedendo, con la necessaria partecipazione di personale portuale, tra cui alcune guardie giurate, di far uscire fuori dagli spazi doganali la droga, senza particolari intoppi. Gli inquirenti sospettavano che a capo di tale organizzazione ci fosse il malvivente soggetto sottoposto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’Operazione “Akuarius 1” che, per la sua caratura delinquenziale, era l’unico in grado di interloquire, da pari, con i rappresentanti delle cosche calabresi in Toscana. Le indagini hanno poi permesso di accertare che lo stesso era al soldo delle cosche di Reggio Calabria, pagato mensilmente 20mila euro, allo scopo di mettere a disposizione la propria organizzazione, pronta ad entrare in azione, appena un nuovo carico di cocaina fosse entrato in darsena a Livorno, con il compito di recuperare il carico di droga dal container sbarcato a Livorno e farlo poi uscire dal porto labronico. Al pagamento mensile si aggiungeva una percentuale del 5% della sostanza stupefacente recuperata. Nell’ultima importazione illegale la droga destinata all’organizzazione labronica sarebbe stata di circa 7 Kg, per un controvalore di mercato pari a 245 mila euro. Da subito i filmati delle telecamere posizionate da Guardia di Finanza e Carabinieri, nei pressi dell’abitazione dell’indagato hanno permesso di monitorare numerosi incontri che lo stesso aveva giornalmente con i componenti dell’Organizzazione “I Pesci”, la cui sede principale era localizzata in un locale di via della Bassata in Livorno. La svolta dell’indagine è giunta quando sono stati monitorati gli incontri che l’uomo aveva avuto con alcuni soggetti, che poi verranno identificati come i rappresentanti delle cosche di ‘ndrangheta in Toscana, presso il cimitero dei lupi di Livorno. Incontri in “stile mafioso”, fatti tra le tombe del cimitero, passeggiando tra le lapidi, lontani da occhi ed orecchie indiscrete, ove però gli investigatori dell’Arma e delle Fiamme Gialle sono andati a filmare e monitorare il tutto. Le successive indagini hanno consentito agli investigatori di individuare tutti gli appartenenti al Gruppo “Pesci”, nonché di attribuire il ruolo svolto da ciascuno nell’organizzazione pertanto, in accoglimento della richiesta della Procura della Repubblica di Firenze, il GIP presso il Tribunale ha emesso u’’ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli indagati. FABIO GIORGI

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