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Calcio, serie C: la sconfitta casalinga con il Pontedera ‘ufficializza’ la crisi della capolista Livorno. Dopo la lunga pausa di inizio anno, la squadra labronica ha raccolto solo due punti in quattro gare.
Per il Livorno, il momento è delicatissimo, inutile negarlo. La sconfitta con il Pontedera ha aperto definitivamente quella che, ormai, può essere definita a pieno titolo “crisi”. Due punti nelle ultime quattro giornate, nessuna vittoria nel 2018, due sconfitte interne consecutive: i dati sono preoccupanti. Eppure proprio questo è il momento di non perdere la bussola, di mantenere il sangue freddo e non farsi prendere dal panico. Iniziare a mettere in discussione tutto e tutti, con polemiche e critiche eccessive, sarebbe il modo migliore per gettare davvero questo campionato alle ortiche. E sarebbe un delitto. E’ evidente che qualcosa non gira più come prima: il Livorno del nuovo anno risulta essere lontano parente di quello che, prima della sosta invernale, aveva spazzato via gli avversari, andando in rete con una facilità disarmante. Ed è proprio questo che manca al Livorno di oggi: la capacità di trovare la porta avversaria. L’attacco atomico della prima parte di stagione sembra essersi spuntato. Gli avversari, ormai conoscendo le qualità offensive degli uomini di Sottil, giocano tutti arroccati dietro, forse un calo fisico dei singoli, ma anche l’infortunio di Maiorino e il periodo di totale appannamento nel mese di gennaio di Murilo, disturbato dalle voci di mercato. Il valore della squadra, però, non può essere crollato nel giro di un mese. Urge ripartire, questo è evidente. I labronici torneranno in campo il 25 febbraio, per affrontare in trasferta l’Arezzo. FABIO GIORGI