Thursday, 02 May, 2024

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Inchiesta aperta dalla Procura di Livorno per disastro colposo all’indomani della tragedia


Duomo Livorno

Inchiesta aperta dalla Procura di Livorno per disastro colposo all’indomani della tragedia, nella quale quartieri a sud della città sono stati mangiati dal fango. Regolare rilasciare simili permessi a livello urbanistico? Per ora non risultano indagati.
Monterotondo, Collinaia, Ardenza, Montenero: sono i quartieri di Livorno letteralmente mangiati dal fango nella notte tra sabato e domenica durante l’alluvione che si è abbattuto sulla città. In tali quertieri, villette, palazzine indipendenti e condomini eleganti sono stati costruiti lungo gli argini dei corsi d’acqua che si intersecano scendendo a valle, per poi essere chiusi – tombati – prima di sfociare in mare aperto. E’ stato regolare rilasciare permessi simili a livello urbanistico? Era davvero il caso di edificare in quel modo, senza tenere conto dei rischi? E’ stato corretto convogliare masse di acqua simili all’interno di tunnel sia pur molto ampi? E’ stata effettuata la necessaria manutenzione lungo i letti dei fiumi? A tali drammatiche domande dovrà rispondere l’inchiesta aperta della Procura di Livorno all’indomani della tragedia che, oltre a ingentissimi danni, ha causato otto morti e determinato, in modo indiretto, l’incidente stradale nel quale un ragazzo ha perso la vita. Per il momento l’ipotesi di reato ipotizzata dagli inquirenti è quella di disastro colposo. Non risultano ancora indagati: il fascicolo è stato iscritto contro ignoti. La certezza degli investigatori, coordinati dai pubblici ministeri Antonella Tenerani e Giuseppe Rizzo è che la stessa intensità di pioggia che ha distrutto la parte sud della città, ha causato danni relativamente lievi nelle altre zone di Livorno. In una parte della città sussiste dunque un problema urbanistico che va chiarito anche se vecchio di circa cinquanta anni, periodo nel quale è iniziata l’espansione edilizia in tali quartieri. In Procura sottolineano come si tratti di un atto dovuto. Non è detto che questo porti all’individuazione di eventuali responsabilità”. FABIO GIORGI
Dubbi sull’efficienza della macchina dei soccorsi. Il Codocans ha presentato un esposto alla Procura, per accertare responsabilità di istituzioni ed enti locali. Sottovalutati i pericoli, che poi hanno determinato il disatro?
All’indomani dell’alluvione che ha causato morte e distruzione a Livorno, si cominciano a sollevare dubbi sull’efficienza della macchina dei soccorsi. Il Codacons ha annunciato la presentazione di un esposto alla Procura livornese. Il coordinamento per la difesa di ambiente e consumatori, in una nota, spiega: “Si chiede di accertare le responsabilità di istituzioni ed enti locali, alla luce delle possibili fattispecie di concorso in omicidio con dolo eventuale e disastro ambientale. Si vuole verificare se sia stato lanciato un allarme adeguato, o se al contrario ci sia stata una sottovalutazione dei pericoli per la popolazione che ha portato al disastro. Comune, Provincia, Protezione civile e tutti gli altri enti pubblici competenti hanno il dovere di mettere in sicurezza il territorio e i cittadini, attraverso interventi su argini, fiumi e torrenti, ed evacuando i residenti in caso di necessità, e in presenza di omissioni può configurarsi nei loro confronti la fattispecie di dolo eventuale, che si verifica quando un soggetto pone in essere un comportamento accettandone i rischi e le conseguenze che, seppur non volute, appaiono possibili”. FABIO GIORGI
Crollato il ponte al Limoncino: permetteva l’attraversamento del Rio Maggiore ai residenti di via del Cerro e via delle Vallicelle. 40 le famiglie isolate: per loro l’unica possibilità per raggiungere via di Valle Benedetta è attraversare il fiume a piedi.

Il nubifragio di domenica a Livorno, oltre ai ben noti danni e, soprattutto oltre alle nove vittime (dirette e indirette) ha causao il crollo del ponte al Limoncino. Alcune persone, che per non restare isolate sono costrette ad attraversare il fiume con i rischi che ne conseguono. Il ponte in questione permetteva l’attraversamento del Rio Maggiore dei residenti di via del Cerro e via delle Vallicelle, in prossimità del bar, e immetteva sulla strada provinciale (via di Valle Benedetta). A causa dell’esondazione del Rio Maggiore e dell’afflusso dell’acqua piovana proveniente dalla strada sovrastante, il ponte, che rappresentava l’unica strada percorribile verso il centro città, è stato spazzato via. Attualmente, nella zona, sono 40 famiglie (ovviamente con componenti di tutte le età: anche con bambini e anziani) isolate dal resto della città, dai servizi di primo soccorso e impossibilitati a raggiungere il posto di lavoro o le scuole. FABIO GIORGI

Alluvione del 10 settembre: richiesto ufficialmente lo stato di emergenza. Il documento è firmato congiuntamente dai Comuni di Livorno, Rosignano e Collesalvetti e dalla Provincia di Livorno

E’ stata trasmessa alla Regione Toscana la richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza per l’alluvione del 10 settembre scorso. La richiesta porta la firma congiunta di Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, di Alessandro Franchi, presidente della Priovincia di Livorno e sindaco di Rosignano Marittimo, e di Lorenzo Bacci, sindaco di Collesalvetti. Nel documento si chiede al governatore di “attivare la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza al Governo della Repubblica, al fine di supportare adeguatamente i soccorsi alle popolazioni colpite e di attivare gli interventi straordinari e le eventuali modalità derogatorie utili al ripristino delle condizioni necessarie per il vivere civile e la ripresa delle attività economiche colpite”. La sottoscrizione della richiesta da parte del presidente della Regione consentirà l’attivazione di una task force per la predisposizione di un piano straordinario di interventi atti a mitigare gli effetti del disastro che si è abbattuto sul territorio. FABIO GIORGI

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