Sunday, 05 May, 2024

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Fremura è morto oggi a Fenis, in Val d’Aosta


Fremura

Fremura è morto oggi a Fenis, in Val d’Aosta, dove risiedeva da pochi anni vicino alla figlia Cristina, insegnante. Lascia anche un’altra figlia, Arianna, artista come lui.
Pur avendo respirato a pieni polmoni l’humour livornese e pur avendo amato sempre Livorno tanto da non averla mai lasciata se non negli ultimi anni della sua vita, Alberto Fremura non è mai stato un “provinciale”.
Sferzante, senza peli sulla lingua, pennino sublime e apprezzatissimo, è stato un disegnatore e un caricaturista d’eccellenza, per quotidiani nazionali, libri e perfino per il calendario di Frate Indovino.
Amatissimo pittore, conosciuto a livello nazionale è stato nel suo studio nella torre di Calafuria quasi un’attrazione di Livorno, meta di appassionati d’arte.
Non ha mai perso il suo spirito dissacrante e il suo divertimento più grande è stato quello di animatore, come Maestro del Sodalizio Muschiato, che riunisce personaggi della Livorno artistica creativa quali Federico Maria Sardelli e Stefano Caprina /Capras.
BIOGRAFIA DI ALBERTO FREMURA
Alberto Fremura nasce a Livorno nel 1936. Si laurea in Economia all’Università di Pisa.
Lavora col padre di giorno e coltiva la sua passione per il disegno nelle ore notturne. Una volta lasciato il lavoro d’ufficio, si dedica alla carriera artistica. pitture a olio e acquarelli. Insieme al pennello, comincia ad usare il pennino e l’inchiostro per dedicarsi ai cartoons.
Umorista, pittore, illustratore, acquerellista, litografista, artista a tuttotondo. Collabora soprattutto con testate satiriche o di giornalismo politico, tra cui Il Travaso (dove esordisce nel 1957) e il Borghese, e quotidiani come La Nazione e Il resto del Carlino (e, per tre anni, con Il giornale di Indro Montanelli).
Pubblica numerosi libri, tra cui “Arca Miseria”, “Urge diluvio stop” (con Magi), “Nonna minestra” (con Aldo Fabrizi), “Proverbi toscani”, “Pelle e Ossola” (con Palumbo), “Italia purtroppo” (con Magi), “Cronache italiane 74 – atto primo / atto secondo” (Pacini, Pisa, 1979). Tra i libri illustrati, va ricordato “Le veglie di Neri” di Renato Fucini (Pacini, Pisa, 1984).
Pubblicato prevalentemente da testate di destra, è tra i pochi autori che godono comunque di rispetto e stima anche a sinistra, sia per il livello artistico eccezionale sia perché espressione di satira genuina. Viene così pubblicato anche da testate come la britannica Punch, la statunitense New Yorker, l’italiana Linus.
Riceve importanti riconoscimenti, dalla Palma d’oro del Salone internazionale dell’umorismo di Bordighera (1962) al Premio satira politica (Forte dei Marmi, 1989) e al Premio Giorgio Cavallo (terza edizione, Moncalieri 2001).

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Livorno, articolo pubblicato dalla redazione il 7 Aprile 2023
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