Friday, 17 May, 2024

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Dalle carceri italiane evadono sempre più detenuti


Penitenziaria

Dalle carceri italiane evadono sempre più detenuti

Ismail Kammoun era considerato un detenuto modello. Nel penitenziario di Volterra, dove doveva scontare l’ergastolo per reati di mafia, era riuscito persino a completare gli studi ricevendo un riconoscimento dalla provincia di Pisa. La buona condotta gli aveva garantito un permesso premio di dieci giorni, dal quale non è più tornato. Kammoun si aggiunge così alla sempre più lunga lista di evasi dalle carceri italiane, un fenomeno che, ha spiegato all’Agi Donato Capece, segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe, nel 2017 appare in crescita rispetto allo scorso anno, pur ancora in assenza di dati parziali. E la ragioni sono la cronica carenza di personale delle forze dell’ordine e l’altrettanto cronico sovraffollamento delle carceri italiane.

Nel primo semestre di quest’anno il caso che ha più richiamato l’attenzione dei media è quello di Johnny lo Zingaro, uno dei superlatitanti più celebri del dopoguerra, non ripresentatosi nella prigione di Fossano lo scorso 30 giugno dopo aver beneficiato di un permesso di lavoro esterno. La stessa dinamica della sua fuga del 1987. Ancora più eclatante è però la vicenda del “carcere modello” di Bollate, nel milanese, che quest’anno ha registrato cinque evasioni in trenta giorni, l’ultima delle quali avvenuta lo scorso 10 aprile. Anche in questo caso il detenuto, un cittadino indiano, non era tornato dopo aver ricevuto un permesso di lavoro esterno. Non mancano le evasioni tout-court, come quella dei tre romeni (due dei quali poi ricatturati) che il 20 febbraio scapparono dal penitenziario di Sollicciano, vicino Firenze, calandosi dal muro di cinta con le tradizionali lenzuola. Muro di cinta che non era sorvegliato perché dichiarato pericolante. L’immarcescibile espediente del lenzuolo era stato utilizzato anche dal boss della camorra Alessandro Menditti, scappato dal carcere di Frosinone il 18 marzo e poi arrestato nuovamente nove giorni dopo. Episodi così “cinematografici” restano però la minoranza. La maggior parte degli evasi approfittano, come Kammoun e Johnny lo Zingaro, di un permesso premio o da un lavoro all’esterno. Lo dicono i dati del 2016.

Nel corso dello scorso anno, fa sapere il Sappe, si sono verificate:
6 evasioni da istituti penitenziari
34 evasioni da permessi premio
23 evasioni da lavoro all’esterno
14 evasioni da semilibertà
37 mancati rientri di internati



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