Monday, 29 April, 2024

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L’informativa di Minniti sui migranti alla Camera.


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L’informativa di Minniti sui migranti alla Camera.

Le tensioni con l’Austria, il codice di condotta per le Ong, l’andamento degli sbarchi. Sono solo alcuni dei temi toccati dal ministro degli Interni, Marco Minniti, nell’informativa urgente alla Camera sulla gestione dei flussi migratori. Ecco i dieci punti salienti del suo intervento, che avviene alla vigilia del delicatissimo vertice di Tallinn, dove Minniti si confronterà con i suoi colleghi dell’Unione Europea. Con la speranza, stavolta, di non tornare a Roma con solo promesse e attestati verbali di solidarietà.

I numeri dei rimpatri
“Nei primi sei mesi di quest’anno l’Italia ha fatto +26% di allontanamenti e +16% di rimpatri, ma quello che serve è una strategia comune dell’Europa che punti sui rimpatri, soprattutto su quelli volontari assistiti. Quanto alle relocation, “il nostro Paese alla fine dell’anno scorso aveva ricollocato 2.600 persone in Europa, oggi ne ha ricollocate 7.500 più altre 405 in via di immediata definizione. Sono circa 8 mila persone. È sufficiente? No, ma è importante che Francia e Germania abbiano deciso di forzare ancora sul tema e che siano state comminate sanzioni ai Paesi che non hanno partecipato. Piccoli passi ma piccoli passi in avanti”.

Il 97% dei migranti passa per la Libia
“È importante che Francia e Germania abbiano deciso di rafforzare insieme con noi il loro impegno politico ed economico in Libia perché lì si gioca una partita cruciale: il 97% dei migranti salvati nel Mediterraneo centrale viene dalla Libia ma la cosa incredibile è che tra di loro non ci sono libici. È la straordinaria contraddizione che abbiamo di fronte. Non c’è dubbio che è lì che va affrontato il problema, sapendo che la posizione è estremamente complicata; la Libia non è la Turchia, con la quale l’Europa ha negoziato un impegnativo e costoso accordo internazionale che ha portato di fatto al superamento e al controllo della rotta balcanica”. Perché “esiste un nesso evidente tra la stabilizzazione della Libia e la lotta ai trafficanti di esseri umani che per i loro affari hanno bisogno di regimi fragili e di controllo del territorio”.



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