Friday, 03 May, 2024

ASCOLTA-RNN

L’analisi per spiegare i motivi della tragedia di Livorno


Alluvione 10092017

L’analisi per spiegare i motivi della tragedia di Livorno. L’effetto-tappo non ha permesso all’acqua dei fiumi di defluire verso il mare. Caduta in appena 4 ore la pioggia di 3 mesi. Un evento secolare, dopo un’estate lunga, calda e secca. Il problema – nazionale – del dissesto idrogeologico.
A Livorno, nella notte tra sabato 9 e domenica 10, è caduta in appena 4 ore la pioggia di 3 mesi e questo ha determinato un “effetto tappo” nei confronti dei fiumi già ingrossati dagli enormi quantitativi di pioggia. Si tratta di fenomeni verificatisi anche in altre occasioni di situazioni critiche affrontate sul nostro territorio. Questi temporali hanno scaricato quantitativi di pioggia in poche ore pari a un’intera stagione. I nubifragi insistenti sono già di per sé in grado di causare alluvioni lampo, allagamenti, frane e smottamenti. In più le correnti dirette dal mare verso la terraferma hanno accompagnato l’evento. Proprio queste correnti hanno generato un effetto-tappo nei confronti dei fiumi già ingrossati dagli enormi quantitativi di pioggia. Infatti, mentre i fiumi tentavano di far defluire l’acqua nel mare, i forti venti di direzione contraria, spingendo le onde del mare verso l’interno, hanno ostacolato questo processo: esattamente come fa un tappo. Di conseguenza, non avendo trovato altri sbocchi, l’acqua dei fiumi si è riversata sulle aree adiacenti la foce che sono state, in tal modo, allagate. E’ stato un evento eccezionale, sicuramente un fenomeno secolare. In una notte è caduta la pioggia che nel territorio livornese cade di solito in 5 mesi. Precedenti analoghi di piogge così intense e in così poco tempo in Toscana, si sono registrate nel 2011 in Lunigiana (400 mm in sei ore) e nel 2012, quando ci fu l’alluvione dell’Albegna nel Grossetano. Chiariamo le allerte che si sono susseguite alla vigilia del tragico evento. E’ stata emessa un’allerta gialla dalle 21 alle mezzanotte di sabato, arancione dalla mezzanotte in poi. Il che significava previsti temporali, con le piogge che poi si faranno più intense. La delibera prevede l’arancione quando il rischio riguarda l’esondazione di corsi minori, come è accaduto a Livorno: la rossa è quando il rischio riguarda corsi maggiori come Arno o Serchio. A partire dalle 21 abbiamo sono stati inviati al sistema della protezione civile regionale bollettini ogni due ore sui livelli delle precipitazioni e su che cosa sarebbe successo nelle ore successive. Difficile però, con precisione, fare previsioni sulla quantità delle precipitazioni. Ci sono certi ingredienti, come l’umidità in atmosfera o il gradiente termico, che consentono di prevedere maggiore o minore potenza, localizzando una zona, ma non l’area esatta. Il problema è che veniamo fuori da un’estate lunga e calda e che calda l’acqua del mare. Questo aumenta la potenza delle perturbazioni. Settembre per questo è uno dei mesi a rischio. Il problema è inoltre che in Italia sta aumentando in maniera esponenziale il dissesto idrogeologico e soprattutto l’associato rischio specifico per l’uomo. Ancora una volta i morti sono purtroppo il frutto di una cattiva gestione del territorio e delle opere idrauliche spesso mal gestite. La popolazione non sa come comportarsi quando c’è un’alluvione o qualsiasi altra emergenza atmosferica. Nel caso specifico di Livorno è fondamentale rivedere l’assetto idraulico della città ed in particolare del Rio Maggiore, in più punti tombinato, per tentare di arginare i frequenti ma non rovinosi allagamenti che si verificavano nell’area di Viale Nazario Sauro. Neppure i recenti lavori di messa in sicurezza mediante la costruzione di vasi di espansione hanno risolto il problema che anzi si è mostrato in tutta la sua drammaticità. Le precipitazioni nell’area metropolitana di Livorno sono state comprese tra 180 e 270 millimetri, valori estremamente elevati in relazione al lasso temporale in cui sono cadute, circa 150 minuti. Il ricorso, da parte degli organi amministrativi, alla realizzazione di Piani locali di adattamento ai cambiamenti climatici si fa quindi sempre più urgente e decisivo per pianificare il futuro delle comunità, soprattutto in relazione all’annullamento del rischio. FABIO GIORGI

ads1

ASCOLTA RADIO NUOVA NETWORK LA WEB RADIO LIVORNESE

PLAYER RNN

tututu

invia un messaggio al numero 3248148339